Instant Marketing tra visibilità e responsabilità: il caso Raoul Bova e l’etica nella comunicazione online
- Heimat Torino
- 1 ago
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Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito su come i brand gestiscono la comunicazione online e, in particolare, l’instant marketing. Dopo il caso della coppia ripresa al concerto dei Coldplay, è toccato a Raoul Bova diventare protagonista involontario di un trend virale, a seguito della diffusione di un suo audio privato. Alcuni brand, tra cui Ryanair e il Napoli, hanno cavalcato quel contenuto per generare engagement, ma ora l’attore starebbe valutando azioni legali per la violazione della propria privacy.
Questi episodi ci pongono davanti a una riflessione importante: quanto possiamo spingerci, come comunicatori, per essere “sul pezzo” senza oltrepassare il limite del rispetto e della legalità?

Visibilità vs. responsabilità: il rischio boomerang
Chi lavora nella comunicazione lo sa bene: inseguire i trend può far volare la reach, aumentare le interazioni, far parlare del brand. Ma sappiamo altrettanto bene che ci sono casi in cui un contenuto virale può trasformarsi in un boomerang. Quando si tocca la sfera privata di una persona, quando si usano audio o immagini non autorizzati, il confine tra creatività e violazione diventa sottile, e i rischi – anche legali – aumentano.
Dal punto di vista legale, l’utilizzo non autorizzato di contenuti privati può configurare una violazione del GDPR e del diritto all’immagine (art. 10 del Codice Civile). E questo vale anche per chi “si limita” a ripostare, condividere o reinterpretare il contenuto per fini promozionali.
Nel nostro lavoro, a fianco di aziende, professionisti ed enti del terzo settore, siamo molto attenti a questi equilibri. Ogni strategia, ogni contenuto, ogni scelta di real time marketing viene valutata non solo in termini di performance, ma anche di etica, coerenza e sostenibilità reputazionale. Non possiamo permetterci che un post “furbo” metta a repentaglio la fiducia costruita con fatica in anni di comunicazione.
Il ruolo del professionista: seguire il trend o cambiarne la direzione?
Come Aziende che si occupano di comunicazione online, come professionisti e professioniste, ogni giorno decidiamo se un trend va seguito, ignorato o reinterpretato. Possiamo scegliere di usarlo per fare informazione, sensibilizzare, offrire un punto di vista più profondo. Non si tratta di demonizzare l’instant marketing – che rimane uno strumento potentissimo – ma di capire quando usarlo e quando no.
Ci sono casi virtuosi da cui prendere esempio. Pensiamo, ad esempio, a quando Ikea ha sfruttato con intelligenza la viralità del blackout al Super Bowl del 2013 con una semplice immagine e la frase: “You can still do it in the dark”. Un esempio di tempismo, creatività e rispetto. Nessuna forzatura, nessuna violazione. Solo un'idea brillante in linea con i valori del brand.

Creatività sì, ma con consapevolezza
L’instant marketing è un’opportunità, ma non una scorciatoia. Per ottenere risultati reali e duraturi, serve un approccio strategico che tenga insieme impatto, legalità e reputazione.
In un contesto in cui i contenuti si diffondono in pochi secondi, la vera competenza sta nel saper scegliere cosa pubblicare, quando farlo e soprattutto perché.
Perché alla fine, la vera forza di un brand non è quanto fa parlare di sé oggi, ma quanto viene rispettato domani.
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