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Accessibilità commerciale a Torino: solo il 25% dei negozi è fruibile per le persone con Disabilità

  • Immagine del redattore: Heimat Torino
    Heimat Torino
  • 29 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Torino – A distanza di oltre vent’anni dall’entrata in vigore della legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, la situazione dell’accessibilità per le persone con disabilità nei negozi torinesi rimane allarmante. Secondo i dati diffusi dalla Consulta per le Persone in Difficoltà (CPD), soltanto il 25% degli esercizi commerciali è realmente accessibile.

Il dato emerge con forza dalla lettera inviata dal direttore della CPD, Giovanni Ferrero, alle associazioni di categoria e al Comune di Torino, in cui si denuncia come "ogni scalino all’ingresso di un negozio rappresenti un muro invalicabile per molti cittadini".

Il problema non è nuovo. Da almeno due decenni, Ferrero porta avanti una battaglia per rendere Torino una città più inclusiva. Tuttavia, come lui stesso sottolinea, “la situazione è rimasta pressoché immutata. Ancora oggi è frequente imbattersi in locali che mancano anche solo di una rampa d’accesso, pur trattandosi di una spesa minima”.


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Le difficoltà della vita quotidiana

Molte persone con disabilità si vedono costrette a rinunciare allo shopping nei negozi di vicinato, preferendo i grandi centri commerciali. “Nonostante il freddo impersonale, lì si trovano parcheggi adeguati, percorsi accessibili e bagni attrezzati”, afferma Ferrero. È una scelta obbligata, più che volontaria.

In Italia, su 68.571 esercizi commerciali monitorati in 21 città, solo uno su quattro è risultato pienamente accessibile alle persone con disabilità. A renderlo noto è un’indagine condotta dalla CPD, che evidenzia la distanza tra i principi sanciti dalle leggi e la loro effettiva applicazione sul territorio.


Non solo barriere fisiche

L’accessibilità non riguarda solo le strutture. “Ancora oggi – prosegue Ferrero – tanti alberghi dichiarano di essere accessibili, salvo poi non avere nemmeno un bagno adeguato per chi ha una disabilità”. La mancanza di empatia e formazione del personale è un ulteriore ostacolo.

La questione è anche culturale. “Se chi progetta spazi e servizi non si immedesima in chi ha esigenze diverse, sarà sempre difficile ottenere un cambiamento reale”, sottolinea il direttore della CPD.


Una città che invecchia

Secondo i dati ISTAT, a Torino il 30% della popolazione ha più di 65 anni. Ciò significa che un numero crescente di cittadini, pur non essendo disabili, sperimenta difficoltà motorie. “Marciapiedi sconnessi, ostacoli e barriere architettoniche rendono la vita difficile a una fetta sempre più ampia della popolazione”, osserva Ferrero.


Un appello alle istituzioni

La CPD lancia dunque un appello alle istituzioni locali e ai commercianti affinché rendano davvero inclusiva la città. “Abbiamo bisogno di un piano strategico, che consideri l’accessibilità un diritto fondamentale e non un optional”, conclude Ferrero.

L’invito è a guardare alla disabilità non come un’eccezione, ma come una condizione da includere strutturalmente in ogni scelta urbanistica e commerciale. Solo così Torino potrà diventare davvero una città a misura di tutti.


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Soluzioni semplici e tecnologiche per un commercio più accessibile

Spesso si pensa che rendere un locale accessibile richieda investimenti ingenti, ma oggi esistono soluzioni economiche, intelligenti e facilmente implementabili per abbattere le barriere architettoniche. Eccone alcune:

Rampe mobili pieghevoli

Una delle barriere più comuni è lo scalino all’ingresso. Esistono rampe in alluminio leggere e richiudibili, dal costo contenuto (anche sotto i 200 euro), che permettono l’accesso a carrozzine e deambulatori. Si installano in pochi minuti e sono una soluzione pratica per spazi piccoli o temporanei.

Campanelli intelligenti per assistenza

Un semplice campanello wireless con segnale visivo e acustico può permettere a chi ha difficoltà motorie di segnalare la propria presenza. Alcuni modelli, connessi via Wi-Fi o Bluetooth, inviano una notifica direttamente sul cellulare del personale. Costo: meno di 50 euro.

Percorsi tattili adesivi e segnaletica inclusiva

Per persone cieche o ipovedenti, si possono utilizzare strisce tattili adesive a pavimento e segnaletica in Braille o a rilievo, anche nei bagni e negli spazi comuni. Si tratta di kit preconfezionati facilmente installabili, anche da privati.

QR code informativi

Molti locali iniziano a usare QR code visibili all’ingresso, che rimandano a una pagina accessibile dove è possibile leggere il menù in formato testuale, verificare la presenza di barriere o prenotare assistenza. Un’ottima soluzione anche per turisti o persone con disabilità invisibili.

Illuminazione automatica a sensore

Un ambiente ben illuminato è essenziale per la sicurezza. Installare sensori di movimento per l’accensione automatica delle luci nei corridoi, nei bagni o negli ingressi riduce il rischio di cadute e migliora l’usabilità.

Inclusività come vantaggio competitivo

Investire in accessibilità non è solo una scelta etica, ma anche una leva strategica. I locali accessibili attirano un pubblico più ampio – non solo persone con disabilità, ma anche anziani, famiglie con passeggini, clienti temporaneamente infortunati – e spesso generano un passaparola positivo nella comunità.

 
 
 

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