Affitti brevi: motore economico da 20 miliardi e nessun impatto sull’aumento degli sfratti
- Heimat Torino
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Mentre cresce l’interesse per gli affitti brevi in Italia, alimentato dalla popolarità di piattaforme come Airbnb, si intensifica anche il dibattito sulle loro presunte conseguenze sul mercato abitativo. Tuttavia, i dati ufficiali raccontano una realtà più sfumata e, in molti casi, sorprendente.
Un volano economico per l’Italia
Secondo una recente analisi riportata da Il Sole 24 Ore, nel solo 2023 il sistema Airbnb ha generato un impatto economico di quasi 20 miliardi di euro in Italia, tra spesa diretta dei turisti e indotto per le economie locali.
Una parte consistente di questa ricchezza si è riversata su attività come ristoranti, botteghe, trasporti e servizi culturali, creando benefici diffusi anche al di fuori dei classici poli turistici. Le piattaforme digitali stanno contribuendo a destagionalizzare il turismo e a valorizzare borghi e periferie spesso escluse dai grandi flussi.
Allo stesso tempo, migliaia di famiglie italiane riescono a ottenere un’integrazione al reddito grazie alla condivisione del proprio spazio abitativo, contribuendo a un modello di ospitalità più flessibile e sostenibile.

Gli sfratti? In calo, anche dove aumentano gli affitti brevi
Uno dei principali timori legati alla crescita degli affitti brevi riguarda il possibile aumento degli sfratti. Eppure, le serie storiche del Ministero dell’Interno mostrano un trend chiaro: dal 2014 a oggi gli sfratti emessi ed eseguiti in Italia sono in costante diminuzione.
Tra il 2014 e il 2018 si registrava una media di oltre 65.000 sfratti emessi all’anno.
Dal 2019 al 2023 la media è scesa a circa 40.000.
Nel 2023, anno record per gli affitti brevi, gli sfratti emessi sono stati solo 39.000.
Fonte: Ministero dell’Interno – Ufficio Statistica
Nel dettaglio, la morosità rappresenta il 78% degli sfratti emessi nel 2023, mentre solo il 16% è causato dalla fine della locazione e appena il 6% da necessità del proprietario. Questi dati suggeriscono che le difficoltà economiche dei locatari sono il vero motore del fenomeno sfratti, e non la pressione turistica.
Le città turistiche? Sfratti in calo
Un’ulteriore conferma arriva dalle grandi città a vocazione turistica:
Venezia: -46% di sfratti rispetto al 2022
Bologna: -27%
Firenze: -26%
Roma: -21%
A Milano, dove gli affitti brevi sono molto diffusi, l’aumento degli sfratti è stato appena dell’1,6%, molto al di sotto della media lombarda (+14%). Al contrario, città non ancora pienamente inserite nei circuiti turistici – come Monza, Brescia e Lodi – registrano aumenti significativi, spesso a doppia cifra.

Nessun legame diretto
I numeri sembrano indicare una correlazione inversa tra diffusione degli affitti brevi e aumento degli sfratti. Tuttavia, è doveroso precisare che non c’è una prova di nesso causale. Secondo molti analisti, il vero fattore in gioco è l’aumento degli immobili sfitti nei centri storici e lo spostamento dei conduttori verso le periferie, dove si registra un incremento più marcato delle richieste di rilascio.
Affitti brevi: Risorsa Economica
Il fenomeno degli affitti brevi, spesso demonizzato, si conferma una risorsa economica per il Paese, senza evidenti impatti negativi sul mercato degli sfratti. La sfida resta quella di garantire un equilibrio tra turismo, diritto alla casa e sostenibilità urbana, ma è fondamentale basarsi su dati concreti e non su percezioni distorte.
Fonti:– Il Sole 24 Ore, "Il sistema Airbnb in Italia alimenta un business da quasi 20 miliardi", luglio 2025– Ministero dell’Interno, Ufficio Statistica: Serie storiche sfratti